Saturday 4 October 2008

L'Italia e la crisi bancaria

Sulla solidita’ del nostro sistema bancario ed economico si sprecano i complimenti. Il presidente del consiglio si lancia in demagogiche rassicurazioni. Poi non si spiega perche’ se i danni per l’Italia sono contenuti ci sia bisogno di rassicurarci dicendoci che saremo protetti da fantomatici assalti. E’ sulla falsariga del discorso Alitalia: “vedete, ci penso io!” e bisogna ammettere che l’ha fatto magistralmente col minimo input e lasciando l’opposizione a sbrigarsela con la faccenda delle firme. Intanto la tassa d’imbarco e’ stata aumentata e per salvare Alitalia paghiamo noi, quelli non proprio soddisfatti del servizio: bella sola, e’ solo l’inizio.
Che l’Italia si basi sul patrimonio e non sul reddito e che questo ci renda resilienti sono anche d’accordo. Che nel mondo anglosassone l’ossessione col cash flow abbia creato certe speculazioni di banchieri furbacchioni e che cio’ abbia insanamente arricchito orde di giovani bankers spesso ignari ed inevitabilmente impreparati a colpi di bonus milionari, non ci piove neppure. Ciononostante credo che stiamo ancora perdendo la partita soprattutto in uno scenario globale che include Cina ed India. La mentalita’ del patrimonio ha due effetti collaterali forti di cui il nostro Paese soffre enormemente e che sono peccati capitali nell’economia globale:
1. I soldi sono dei ricchi e restano ai ricchi: non c’e’ avvicinamento di opportunita’ perche’ le banche finanziano i vecchi gattoni per comprare le aziende di stato ma non i giovani che hanno buone idee. Quelli li finanziano la comunita’ euorpea ed il governo a fondo perduto per progetti spesso fantasma, costruiti a tavolino e dietro i quali c’e’ qualche gattino aspirante gattone di cui sopra.
2. L’innovazione che e il metodo piu’ forte per contrastare la produzione low-cost e’ assolutamente a zero. Non abbiamo preso l’onda dell’informatica ne quella di internet e tantomeno quella ambientale: cosa aspetta la Fiat a fare un modello ecologico piu’ avanzato delle Toyota?
Insomma, siamo alle solite e la cosa grave e’ che tra governo ed opposizione non si vede via d’uscita. Forse e’ proprio vero che il nodo e’ l’informazione: se e’ vero che solo il 25% della popolazione sa cosa sia il Lodo Alfano, siamo fregati. Se con l’informazione strumentalizzata al voto si crea l’aria nauseabonda di razzismo in un Paese come il nostro, siamo al medioevo. Se la sinistra non impara a “fare” con l’efficacia della destra, l’alternanza dei governi e’ solo un piccolo miglioramento della democrazia che assolutamente non ci basta.

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