Saturday 25 July 2009

Ci prendono in giro...

Vi faccio una domanda. Perche’ cosi tanti italiani all’estero sono irritati dai commenti di colleghi o amici di altra nazionalita’ che irridono certe nostre etichette e le vicende Burlesconiane (e non) di casa nostra? Io sono all’estero da 13 anni abbondanti e non me ne sono mai offeso. Non c’e’ bisogno di disprezzare la Patria e gli italiani in Patria, basta prendere un commento giocoso per quel che e’ e riderci sopra. Tanto se a lavoro arrivo puntuale e sono piu’ efficiente di un tedesco, si vede comunque e viene riconosciuto (dicesi meritocrazia...). Prendersela significa solo rafforzare lo sfotto’ e probabilmente sentirsi punti sul vivo quando qualche caratteristica oggetto di gioco realmente ci riguarda...nessuno e’ perfetto, no?
Un fatto pero’ e’ vero, una volta questi stereotipi erano esportati da emigranti avventurieri (con tutto il rispetto per tanti lavoratori onesti). Ora chi emigra e’ una buona fetta della “crema” di non raccomandati. Quelli che restano sono dei semi-eroi che ammiro ogni volta che torno e che purtroppo non realizzano che una frazione del loro potenziale: vorrei si stabilisse un dialogo.
Dunque, la caricatura del nostro paese non la esportiamo ma la coltiviamo in vivo sul territorio nazionale. Solo che il mondo e’ globale ed i panni sporchi sono gia’ in strada. Non e’ una situazione disperata, ma quasi.

Thursday 23 July 2009

La destra in Italia

Mi sembra di vedere un rischio serio nella destra. Non posso credere che alcuni liberisti e coltivatori di una destra sana (per quanto criticabile da altre posizioni) non si rendano conto dello sfacelo Berlusconi. Mi riferisco a quelli che seguirebbero la scia di Montanelli, coloro che credono un po’ di piu’ nell’iniziativa privata che nelle garanzie dello stato e che da quest’angolo sostengono al pari di altri “l’uguaglianza di tutti i cittadini”. E’ infatti questo principio sul quale destra e sinistra si stringono sulla base della Costituzione che Silvio Berlusconi intende dissentire. Il rischio per costoro e’ che si stiano adagiando su un comodo alibi: “Berlusconi c’e’ ed e’ meglio che ci tenga al governo fin quando andra’ via piuttosto che testimoniare la vittoria del centrosinistra. Poi saremo una destra di cui essere veramente fieri!” Lo stesso Fini che all’epoca della proclamazione del nuovo partito di Berlusconi giuro’ solennemente che non avrebbe mai aderito, ha subito la leadership di Berlusconi in cambio di una carica istituzionale ed uno scenario che lo vedra’ catartizzato del suo passato nel MSI e libero dalla presenza del grande Silvio per diventare lui un giorno il leader della destra italiana. Il problema e’ che nel frattempo si coltiva una classe dirigente sempre meno adeguata. Vedranno il successo di una sinistra che senza bisogno di riformarsi come dovrebbe, andra’ al governo dopo la stagione di Berlusconi. Si dice a Napoli: “cornuti e mazziati”...i cittdini italiani, s’intende.

Monday 6 July 2009

Il Times e villa Certosa

Il Times annuncia nuove foto di villa Certosa. Poco da dire, uno potrebbe prendersela con gli inglesi perche’ ci vogliono screditare. Ma secondo voi nel momento in cui i destini dei paesi piu’ “civilizzati” si legano a doppio filo attraverso manifestazioni varie della globalizzazione quali il G8 o l’UE; quando ciascun paese (tranne il nostro) richiede una credibilita’ etica e morale dei suoi politici espellendoli al primo sospetto, come e’ possibile che gli altri (inglesi, tedeschi, giapponesi...) acettino che una figura come Silvio Berlusconi abbia influenza su cio’ che viene deciso anche per loro? Siamo ridotti cosi’. E’ la stampa estera a fare il lavoro di quella italiana perche’ adesso e’ importante anche per loro e perche’ la nostra stampa quando non e’ connivente e’ imbavagliata. Per ora le influenze reciproche tra paesi sono (solo alla percezione dell’uomo della strada) lievi e per questo si sopravvive ma se continua cosi’, saremo presto ridotti ad una “holiday resort” nella migliore delle ipotesi. Altri diranno che l’errore e’ l’esistenza dei G8 o dell’EU, forse in fondo hanno ragione ma dovrebbero capire che quelle sono mutazioni della genetica politica che sono tutt’altro pche promosse dall’astio, dalla protesta e da un certo desiderio di vendetta contro la classe dirigente che proiettano nella loro denuncia. L’allarme e’ il seguente: rischiamo di diventare un paese banale passando per il ridicolo a meno che cominciamo a creare e coltivare meccanismi piu’ sani di espressione della nostra classe dirigente.

Tuesday 23 June 2009

Quelli che votano a destra, mica sono matti?

mi rivolgo a coloro che votano per Berlusconi e che a ragione rivendicano un confronto serio piuttosto che il solito panegirico. Ma il confronto e' banale. Berlusconi ha rappresentato l'ancora di salvataggio dei vecchi potenti di sempre E' "sceso in campo" per salvarli tutti, incluso se stesso....legittima difesa? Forse, ma ha impedito che un processo di rinnovamento che ci metterebbe in condizioni migliori prendesse corso. Ha anche trovato un mondo politico che l'ha indurito ed ha dunque imparato ad indossare spesso una camicia nera ed a punzacchiare le deboli paure degli italiani. Vero fu che la magistratura ed il parlamento non seppero di fronte all'endemicita' di tangentopoli trovare una soluzione che ricambiasse la classe politica esistente senza umiliarla. Il desiderio di vendetta non ha mai portato storicamente a niente di buono ed e' una lezione che abbiamo ignorato.
Il confronto vero dovrebbe esserci sui temi di fondo ma non accadra' mai finche' la nostra liberta' dipendera' dalle buone intenzioni di un uomo che detiene potere in ogni campo, in particolare nell'informazione. Quando la stagione di Berlusconi finira', possiamo aspettarci un confronto forse diverso e, si spera, l'emergenza di nuove forze piu' vicine ai problemi reali e lontane dalle logiche antiche.
Diciamoci la verita', il tutto fa comodo anche alla sinistra e saranno problemi anche per loro. A sinistra pero' c'e' un pizzico di decoro in piu', qualcuno la chiamerebbe ipocrisia.
Comunque sia sappiamo perche' si vota a destra ed e' lo stesso motivo per cui si vota a sinistra: salvaguardare egoisticamente una realta' scarsa nella quale il 34% degli italiani si trova bene ma in cui il 26% preferirebbe con lo stesso egoismo di salaguardarsi altrimenti.Intanto c'e' un 40% del paese che o subisce o vorrebbe realmente un'Italia diversa ma che per natura e' spezzettato tra voti di disturbo (Lega/Di Pietro) ed astensionismo, perche' nessuno li rappresenta sul serio.

Thursday 11 June 2009

Almeno, ai tempi di Arbore e Frassica, la vita era tutto un quiz

12 giugno 2009 - Italians, Corriere della Sera Online

Il mondo democratico svolta a destra perche’ nelle democrazie c’e’ piu’ gente preoccupata di mantenere cio’ che ha di quanta vorrebbe avere di piu’. Se cosi’ fosse per diffusione del benessere, sarebbe un bene ma purtroppo in Italia e’ cosi’ per mancanza di ambizione e soprattutto per paura del cambiamento. Purtroppo anche quando desideriamo sulla base delle nostre aspirazioni, votiamo sempre sulla base delle nostre paure. L’attaccamento degli italiani a Berlusconi (di cui il Pdl e’ un apparato pressoche’ simbolico di persone anche intelligenti ridotte all’obbedienza dall’incantesimo arcoriano) o a movimenti protezionisti dell’Italia (del Nord) come la Lega, si spiega solo cosi’. Nel frattempo pero’ cio’ ci frutta un alleanza con la Libia di Geddhafi quasi piu’ forte di quella con gli Stati Uniti di Obama. Abbiamo Topolanek commensale del bagordo sardo e facciamo cucu’ alla Merkel. Abbiamo Mastella al parlamento europeo perche’ non c’era piu’ dove mandarlo. Abbiamo un presidente del consiglio sorpreso a piazzare attrici a raifiction per far cadere il governo Prodi senza scomodare processo Mills, papismo ed abbronzature americane. Abbiamo il NY times che accusa il sistema giustizia in Italia per il caso Knox quando ci sono tre cittadini italiani che non verrebbero neppure processati per crimini simili. E gli adepti delle forze di centro destra si lamentano del fatto che in Italia ci sia troppo pessimismo, probabilmente sedati nella mente dalle tonnellate di natiche, cosce e seni che piombano nelle case degli italiani che i cuor loro volevano solo guardarsi un quiz. Almeno ai tempi di Arbore e Frassica, la vita era tutto un quiz...ed ora? Ora abbiamo la risposta. A me non piace, speriamo non sia quella giusta.

Monday 1 June 2009

E poi si chiedono perche' Opel sceglie Magna

27 maggio 2009 - Italians, Corriere della Sera Online

Caro Beppe e cari Italians,
Ora, sicuramente puo’ essere solo un’illazione ma se voi foste il cancelliere tedesco, a volte accolta col cucu’ ed altre lasciata a se stessa per un’importante telefonata. Se l’azienda coinvolta fosse un simbolo della stessa Italia col presidente del consiglio che passa quasi un minuto a togliersi il cerone abbronzante ad una conferenza. Se quel paese in periodo elettorale fosse guardato con un pizzico di derisione per le faccende ludiche che riguardano il premier e poco consone alla carica istituzionale che ricopre...se a fare da controparte istituzionale in competizione trovate Barak Obama, preferireste dal punto di vista della scelta politica FIAT o MAGNA? Secondo voi, sebbene sia una ingiusta generalizzazione, i tedeschi si sentono piu’ al sicuro in partnership coi nordamericani o con gli italiani di questo momento? Si dira’ che se pure fosse vero sarebbe ancora una volta colpa dei gazzettini della sinistra che proiettano per scopi elettorali un’immagine dell’Italia che non ci fa onore. Poi si tratta di capire se sia accettabile non che l’uomo di 72 anni ma che il capo di governo si dedichi all’organizzazione di festini lasciando suppore che sia lui a selezionare le ragazze sia pure per fini meramente decorativi (come se fosse lusinghiero per le signore). Oppure se sia piu’ accettabile che la stampa rinunci a riportare la verita’ per ragion di stato e per il bene dell’immagine internazionale del nostro paese: mi sa di lodo Alfano. Non c’e’ niente di illecito, credo, tanto le leggi le fanno loro. Berlusconi e’ l’espressione di un Italia che in molti vogliono perche’ ne glorificano proprio la sfacciataggine ed il complesso di superiorita’. Altri italiani, meno ma non pochi, sono nauseati da tutto cio’ ma non sono in grado di esprimere un’alternativa politicamente credibile per spostare certi voti dal centro verso sinistra. L’immagine che ne risulta all’estero mi sembra ragionevolmente accurata con tutto cio’ che comporta anche dal punto di vista economico. Il mondo globale che una volta non esisteva adesso ha il diritto di osservarci e trarre conclusioni, anche pesanti.
Saluti da Londra,
Giuseppe Conte

Wednesday 27 May 2009

100 deputati

100 deputati. Mah, non e’ che ci sarebbe niente di sbagliato a ridurli drasticamente, magari 150. Il problema e’ falso perche’ non conta il numero bensi’ come vengono a far parte della classe dirigente e come vengono eletti. Il problema non e’ ridurre la spesa riducendo il numero di parlamentari ma riducendone lo stipendio che e’ un po’ altino a dire la verita’. Il problema non e’ di avere un parlamento piu’ efficiente perche’ ci sono meno membri ma perche’ e’ una riflessione piu’ veritiera del paese e puo’ utilizzare processi democraticamente stabiliti per far avanzare la legislatura e fare il bene del paese. Lo so, tutte belle parole che comunque non mi sembrano nelle intenzioni del capo quando parla di ridurre i parlamentari.

Il corpo delle donne

Segnalo il blog ilcorpodelledonne.blogspot.com

L'articolo del financial times

Purtroppo il sito del corriere nel far rifermimento all'articolo dell'FT che parla del "rischio" Berlusconi, omette il link....meglio un interpretazione che non l'articolo vero, in linea con la strategia!
Ecco il link
http://www.ft.com/cms/s/0/9f53066a-4a22-11de-8e7e-00144feabdc0.html?nclick_check=1

Tv italiana e inglese: dal silicone alla realtà

27 maggio 2009 - Italians, Corriere della Sera Online

Cari Beppe ed Italians,
la partecipazione di Susan Boyle, una donna scozzese di mezza eta' alla trasmissione britannica "Britain's got Talent" e' un emblema della differenza tra Italia ed Inghilterra. Alcune differenze tra questi due paesi sono a nostro favore per lo piu' per motivi di fortuna o di storia molto passata (come dice Berlusconi: con le nostre coste, i nostri monumenti, i nostri musei e la nostra cucina benedetti tutti dal nostro clima). Per il resto, quando si guarda a cio' che un popolo è in grado di costruire, non posso che prendere atto del fatto che siamo davvero scoraggianti. In Italia nessuno con l'apparenza di Susan Boyle sarebbe apparsa in un programma come X Factor di cui "Britain's got talent" e' una versione particolare. Al massimo andrebbe in un programma di quelli strappalacrime dove qualche dolore umano possa alimentare la giostra perversa che ci piace cavalcare. Vi invito ad ascoltarla su Youtube. Qualcuno dira' che si spettacolarizza un fenomeno da baraccone, ma a sentirla cantare ci si emoziona forse anche in considerazione del fatto che non credo abbia una preparazione tecnica di base. Il colpo d'occhio nel passare dalla televisione italiana a quella inglese e' sbalorditivo, dal silicone alla realta'. Per non parlare del passaggio dall'informazione italiana a quella inglese, dalla classe politica italiana a quella inglese. La cultura dell'apparire e del fare impressione ormai ci attanaglia. Lo dico dopo quasi un anno passato in Italia durante il quale e' stata dura non lasciarmi sopraffare dall'ambiente circostante. Respiro a polmoni pieni l'aria di Londra che in crisi e' diventata piu' vivibile...solo per un po', prima di tornare a godere delle nostre coste, monumenti, musei...

Tuesday 26 May 2009

Bipartitismo

In questi giorni di campagna elettorale ho rivisto spuntare il tema del bipartitismo come perdita dell’impronta democratica del paese. Provo a discuterne perche’ mi pare una faccenda un po’ confusa. Da una parte, a mio parere, il bipartitismo e’ una grossa conquista di chiarezza e semplificazione che rende piu’ difficile certi trasformismi dei quali tanto ci siamo lamentati in passato: coalizioni che all’ultimo momento si mettono in accordo su come governarci alla men peggio. Bipartitismo significa responsabilita’ di un governo o di un orientamento contro l’altro rispetto a certe faccende di fondo. Anche se troppo lentamente penso che cio’ stia emergendo pure nella politica italiana dove pero’ di fatto la creazione di due netti schieramente e’ troppo recente. Il problema risiede nel fatto che ora come ai tempi della DC la collusione e la compiacenza delle parti politiche opposte e’ troppo forte e l’operazione legislativa fatta ha reso impossibile per i cittadini scegliere, mi riferisco ai voti di preferenza. L’urlo di protesta degli esclusi dal parlamento come la destra, radicali o rifondazione serve a poco perche’ a poco serviva quando erano in parlamento. Trovo a questo punto piu’ giustificabile la contestazione di Grillo che nel criticare aspramente il sistema non ha alcuna pretesa di entrarci con uno schieramento nel parlamento nazionale. Il problema e’ che i due schieramenti sono solo di importanza nominale sebbene diano un’opportunita’ di alternanza. In tutto cio’ Silvio Berlusconi, incarnando il modello di successo italiano e sopendo mediaticamente tante paure e preoccupazioni degli italiani che lo votano, occupa uno spazio immenso. Bravo, e poveri noi.

Chi o cosa dopo Berlusconi?

26 maggio 2009 - Italians, Corriere della Sera Online

Caro Beppe e cari Italians,
e va bene, l’Italia va così. E’ solo una sparuta minoranza di italiani che fa scelte politiche sulla base di questioni morali. E’ un fatto accettabile e normale che si fonda sulla convinzione di essere un popolo straordinario, con mille risorse che farà dell’arte di arrangiarsi la sua capacità migliore. Della furbizia il baluardo dei propri successi e della faccia tosta un marchio registrato più forte del made in Italy. Lo dico proprio con serenità perché se il Parlamento inglese espelle lo speaker (equivalente del presidente della Camera) sulla base di una responsabilità nello scandalo dei rimborsi dei parlamentari britannici, e se tali parlamentari sono stati invitati a restituire tutto o lasciare il Parlamento, in Italia i reati dei parlamentari vengono resi non-reati o depenalizzati, o comunque sia ignorati ai fini di candidature e incarichi. E lo si fa con una semplicità tale che a guardare bene può essere solo la cosa giusta da fare. Che abbiamo il governo che abbiamo è giusto, è una giusta riflessione di ciò su cui gli italiani hanno deciso di puntare. L’opposizione che abbiamo è pure quella che ci meritiamo, un po’ meno odiosa di quella di estrema sinistra ma purtuttavia inefficace, connivente e incapace come sempre di rappresentare un’alternativa decisa. Da qualche parte non so dove e non so come, però dovrà esserci un recupero della moralità in politica ora che le carte dell’Europa sono scoperte. E’ questione di tempo, e hanno capito che devono approfittarne per rimanere impuniti e imperseguibili finché saremo forzati dagli eventi a diventare degni interlocutori dei grandi del globo. La domanda è sempre la stessa: cosa dopo Silvio Berlusconi? Finché c’è lui come in ogni buona impresa a conduzione familiare, restano tutte le coperture. Dopo di lui le coperture saltano e chi si è visto si è visto (!?). Saluti da Londra,

Friday 8 May 2009

Etica ed estetica

E’ meglio saperci fare o esserci? Quando ci si pone queste domande mi viene in mente Catalano di quelli della notte: “e’ meglio saperci fare ed essere preparati che essere ignoranti ed imbranati”.
La bellezza poi e’ un biglietto da visita che rende piu’ facile saperci fare. Mi diranno i belli e le belle che a volte si e’ bollati e bisogna fare qualche sforzo in piu’ per fare accettare la propria preparazione...beh, a me pare che nella stessa misura se si e’ belli si possono incontrare meno resistenze all’approccio e perfino persone che della preparazione della sventolona un po’ se ne fregano.
Ogn’uno ha le sue fortune, ci mancherebbe. Da qui’ pero’ a trasformare la societa’ italiana in un crogiuolo di superficialita’ vorrei che ci fosse qualche ostacolo: per fortuna Veronica Lario ci ha salvati da certe candidature alle europee del centrodestra (che non piacevano neppure a Fini).
I Pidiellini continuano a spiegare che l’opposizione non vincera’ mai le elezioni se continua cosi’ e lusingano gli elettori dicendogli che sono gente intelligente e che ha il senso della realta’. Si’, quella che ci fanno passare i mezzi d’informazione.
Basta guardare come Berlusconi a Porta a Porta tremante sui suoi tacchi di almeno 3 cm lusinga gli altri ospiti che dovrebbero inchiodarlo. Non gli da il tempo di sedersi o presentarsi che gli fa un salamelecco per accarezzargli l’ego. Tecniche vecchie come il cucco che tengono l’Italia drogata e pronta ad altri quattro anni di party firmati dal Cavaliere.
D’altra parte il passo era nell’aria: dopo aver insegnato ai nostri giovani che il successo e’ finire nel mondo dello spettacolo o diventare in qualche modo noti, mi sembra normale che questi “migliori” della nostra societa’ diventino poi la nostra classe dirigente. Il governo degli artisti non sarebbe neppure una cattiva idea se fossero davvero artisti quelli che fanno successo.
Io non lo so, comunque Silvio tremante sui tacchi mi sembrava piu’ gongolarsi nella prospettiva di ritornare single che effettivamente dispiaciuto della situazione. Almeno Veronica non potra’ commentare sull’elevazione di Maria Vittoria Brambilla a Ministro del Turismo (senza portafoglio). Era incredibile che la personal assistant glorificata di Arcore non avesse ricevuto un dicastero dopo la sua dedizione. Quando poi Mara Carfagna, solo per apparire bella ad una cena otteneva nientepopodimenoche’, il ministero delle Pari Opportunita’(anche lei senza portafoglio, e che diamine). Chissa’ cosa avra’ dovuto pattuire per starsene calma e buona ad aspettare un altro anno prima che ci fosse rifilata.
La situazione e’ grave, Silvio pensa di essere un frescone e per la maggiorparte degli italiani lo e’. Peccato che il mondo si globalizza e la maggiorparte del mondo lo vede per quello che e’. Poveri noi.

Tuesday 5 May 2009

Triveneto e Mezzogiorno

Dopo il successo de “la casta” e’ stato riproposto il libro di Gian Antonio Stella: “schei”. Sebbene con dati vecchi di una decina di anni, il libro spiega meglio di quanto abbia sentito altrove il fenomeno del nordest d’Italia. Da napoletano ho capito tante cose del triveneto, un mirabile modello emergente dall’infaticabile laboriosita’ ed ingegno italiane che ha esaltato nel bene e nel male cio’ che un passato di fame ed il mito del danaro puo’ provocare nella societa’ contemporanea.
Il passato di dominazioni, gli anni di poverta’, l’assenza dello stato sono tutti tratti comuni col mezzogiorno d’Italia. A leggere di come Venezia (a parte l’industria del vetro) si sia adagiata sul’economia del commerciante da negozietto/bancarella e di come gli adescatori di piazza costringano turisti americani e giapponesi a pagare cifre stratosferiche per un oggetto di vetro fatto a Taiwan, si ricorda immediatamente Napoli. La creativita’, la goliardia, l’uso del detto sono tutti tratti comuni.
Eppure sappiamo bene che Luciano Benetton non avrebbe mai potuto chiamarsi Ciro Esposito.
Non pretendo di spiegarlo ma sicuramente essere ad un estremo dello stivale piuttosto che ad un altro fa una certa differenza.
Le dominazioni hanno lasciato nel triveneto un buon ricordo. A differenza del mezzogiorno, alla poverta’ del popolo non faceva da contraltare il fasto di palazzo reale, la segregazione di ricchi e poveri del Regno delle due Sicilie. Vittorio Emanuele II Re di Savoia diventa Vittorio Emanuele II Re d’Italia annettendo il mezzogiorno come una conquista coloniale. L’assenza dello stato nel mezzogiorno diventa allora un autorizzazione all’autogoverno ed all’illegalita’. Nel Triveneto diventa un auspicabile escamotage per introdurre flessibilita’ e meritocrazia.
A chi pensa poi che i campani siano degli scansafatiche rispondo di andare a chiederlo ai piccoli impreditori di quelle terre che tra criminalita’ e compromessi si sono spaccati la schiena per una vita e le cui aziende rischiano il fallimento. L’impiegato del comune faccendiere poi c’e’ a Castellammare di Stabia come a Chioggia. Forse a Castellammare ce n’e’ voluto il doppio per ottenere lo stesso consenso.
Non ci sono scuse per i meridionali, incapaci di esprimere una classe dirigente onesta, adagiati sullo stato e senza quel senso di responsabilita’ individuale necessario per afferrare le redini del proprio futuro. Neppure troppi elogi per i nordorientali il cui sviluppo si e’ appaiato con un degrado culturale che passa per i Maso, i Ludwig, i sassi dal cavalcavia e le alte percentuali di suicidio. Se i morti di camorra li causa il malessere ci possiamo ragionare ma cosa succede quando a causare i morti e’ il benessere?
Sicuramente c’e’ una questione di sbocchi: il triveneto si affaccia nel mezzo dell’Europa germanica mentre Campania, Calabria e Sicilia si affacciano sull’Africa. Sicuramente qualunque modello socioeconomico e’ un modello prevalentemente emergente ovvero non deciso a tavolino. Eppure la nostra classe dirigente dovrebbe trarre delle lezioni da questa storia di grosse differenze, di pregi e difetti del nostro popolo. Di cause ed effetti in territori ed ambienti cosi’ diversi.
Il vero dramma e’ che a guardare la vita del paese, ci si alimenta di emergenza e di cio’ che fa notizia. Del ponte d’acciaio a Venezia o della monnezza a Napoli. Nessuno parla di come nel triveneto Venezia capitale abbia bisogno di un centro di business, che Marghera e’ fallita perche’ invece di farci una “city” per gli affari se n’e’ fatto un centro per l’industria pesante. Perche’ in Italia, paese senza risorse naturali ma con tanta creativita’, si sono dovute soddisfare le strutture sindacalizzate dell’industria a basso contenuto tecnologico mentre le provincie di Treviso e Vicenza da sole facevano lo stesso export dell’Argentina o del Portogallo con prodoti ad alto valore aggiunto.
Il dramma e’ che ormai al sud ci vogliono tanti e tanti anni di controllo militare del territorio, di intervento capillare nel contrastare la criminalita’ a partire dalla sua collusione con il sistema produttivo del mezzogiorno. Troppo costoso e non voluto da quella classe dirigente corrotta che si ripropone con la facciatosta di Bassolino o di Moggi. Quelli che fanno presto a convincere la gente che questo assedio sarebbe un insulto.
L’Italia pero’ non e’ piu’ capace di sopportare questo peso. Ha deciso che l’investimento in mezzi e risorse per aggiustare il mezzogiorno sono troppo grossi. Ha capito che la guerra civile sarebbe piu’ efficiente ma che a sporcarsi le mani di sangue non si fa bella figura. Il federalismo inneschera’ la guerra in cui i campani si scanneranno coi campani e cosi’ i calabresi, i pugliesi e i siciliani. Poi ne verra’ fuori un mezzogiorno compatibile o meno col resto d’Italia ma non piu’ zavorra con buona pace di tutti. E cosi’ sia.

Wednesday 25 February 2009

Sardegna e PD

Niente da fare: nonostante tutto Berlusconi stravince in Sardegna…lo stesso giorno in cui Mills viene condannato in primo grado per essere stato corrotto. Sara’ che non e’ un caso che i magistrati si sono assicurati di farlo sapere al mondo il giorno dei risultati in Sardegna? Possibile. Sicuramente il nostro B ha galoppato il normale bisogno di alternanza dopo il mandato Soru ma una vittoria cosi’ significa la convinzione da parte di un popolo di voler lui e non l’altro. La volonta’ di voler realizzare una “sinergia” tra governo centrale e regionale che con Soru al comando sarebbe stata piu’ difficile. Intrallazzo? Forse. Ed ora? Attraverso il suo insuccesso il partito democratico deve domandarsi che cosa hanno raggiunto in questi mesi dall’inizio della campagna elettorale. Ci sono tre aghi della bilancia e due opzioni. Gli aghi sono UDC, PRC e schede invalide. Di questi c’e’ una parte statica e fidelizzata (il PRC) mentre il resto e’ una parte centrista del paese che cerca un’alternativa un po’ indipendente o davvero non sa cosa fare. Opzione tattica: puntare al PRC. Opzione strategica: continuare sulla strada iniziata da Veltroni e pazientemente costruire un partito moderato che sappia convincere quella parte dell’elettorato che e’ in fase transiente. Riprendersi di colpo il 5% del PRC fara’ gola ma ora hanno 4 anni e mezzo per fare qualcosa in piu’…speriamo bene e speriamo che il centrosinistra si ricongiunga a quella parte dell’elettorato che vuole riprendersi la vita politica del paese e che al momento non puo’ sperarlo da nessuno.

Immigrazione

Si sta diffondendo l'idea che rumeni, cinesi, marocchini o albanesi che vengono nel nostro paese non abbiano di meglio da fare che delinquere, sapendo che non viene punito quasi nessuno...strano. Il problema e' forse che attraiamo solo loro: quelli qualificati finiscono col fare comunque lavori di bassa leva e quelli con reali prospettive professional e sociali andranno altrove, dove parole come meritocrazia ed integrazione hanno un significato. Purtroppo so che e' un argomento noioso ma in un paese dove i crimini dei ricchi sono depenalizzati, in un paese in cui si fanno uscire di galera tanti criminali per salvare politici, in un paese in cui 4 persone potrebbero stuprare senza poter essere processati, in un paese in cui il passaggio di classe sociale e' praticamente impossibile (a meno di entrare nella elite del grande fratello) mi pare un po' orbo prendersela con 4 rumeni e basta. Il problema e' di restituire ai cittadini le leggi normali, non di fare quelle speciali. Nel ritornare ad un paese legale in cui magari non si confonde in campagna elettorale come ha fatto il centrodestra la sicurezza sul lavoro con quella per le strade (in inglese safety e security, rispettivamente) pur di farsi eleggere. In cui si strumentalizzano tragedie umane come il caso Cogne, Garlasco, Meredith, Guidonia o Eluana per distrarre la gente dal fatto che, come si dice a Napoli, il pesce puzza dalla testa.Io non sono d'accordo con Grillo sui mezzi perche' usa il monologo urlato invece del dialogo per influenzare la nazione ma sono d'accordo sul fatto che se dobbiamo impossessarci da cittadini del paese non dobbiamo farlo con le ronde ma svegliandoci dal coma indotto dell'informazione pilotata (non tutta per fortuna) e ribellandoci in maniera civile ed ordinata attraverso il voto ed i referendum ad una politica con livelli di corruzione indegni di un paese civile.Bisogna punire quando e' giusto: rumeni e ministri inclusi.

Saturday 21 February 2009

Obama e le Borse

26 Gennaio 2009 - Italians, Corriere della Sera Online

Caro Beppe e cari Italians,
Obama è eletto e le borse scendono. Obama s'insedia e le borse scendono ancora. D'accordo con la tua analisi che non è un messia ma certamente un sostenitore reale di valori e di una politica più equilibrata, cosa ci dovrebbe dire l'andamento delle borse a riguardo del sentimento dei grandi investitori nei confronti dei valori e delle lungimiranza di Obama? Ci siamo accorti oppure no che chi manovra l'economia ragiona secondo valori diametralmente opposti? Premesso che il capitalismo non è il male assoluto, quando cominceremo a introdurre una regolamentazione che faccia crescere sì l'impresa ma che favorisca la sostenibilità e che passi parte dei benefici ai lavoratori che ne contribuiscono al successo? Quand'è che chiamati alle urne qualcuno ci convincerà a pensare a questi fatti fondamentali e profondi? Fatti che determineranno realmente il futuro dei nostri figli?

Risposta di Beppe Severgnini: Anch'io ho la sensazione che le borse guardino troppo spesso al profitto immediato. Ma questo non è tempo di dividendi: è tempo di investimenti, altrimenti si mette male.