Thursday 24 November 2011

Sei come una TV sintonizzata sul tuo programma preferito...

Dunque in fin dei conti siamo come una tv con l'antenna sintonizzata sul canale preferito. C'e' la TV che mostra il calcio, un documentario, una soap, l'isola dei famosi...ma chi e' poi il soggetto, la tv con la sua antenna o il programma in onda nell'etere?
Ebbene, quando la tv si rompe, il segnale resta nell'etere. Senza segnale invece la tv non avrebbe neanche senso. Cioe' nell'universo c'è tutto e l'opposto di tutto insieme ad ogni infinitesima sfumatura tra i due estremi. E noi, in ogni identita' siamo quell'unica combinazione di frequenze nell'etere tradotte in un un aspetto, una fetta, una proiezione, una possibile lettura della realta'.
Non solo abbiamo un mero punto di vista ma nella nostra struttura mentale SIAMO un punto di vista della realta': una percezione. E una percezione "errata" in quanto inevitabilmente parziale.
Oltre la struttura mentale pero' non risiediamo neppure nel nostro volume spaziale. Come tutto il resto risiediamo fuori e ovunque perche' anche quando l'apparecchio ricevente si guasta, il segnale resta. E' come se in ogni istante la nostra essenza si incarnasse in ciò che 'decidiamo' di percepire (sempre erroneamente) in viaggio per l'universo.
Proprio cosi', i limiti dell'universo non sono lontani tra loro perché una volta l'univero era un punto e non ha mai smesso di restare insieme. L'identita allora e' una illusione da onorare si' ma che non e' al centro del nostro essere. Lo spazio curvo in cui ci manifestiamo e' parte dello stesso spazio che percepiamo come esterno per un limite necessario dei nostri 5 sensi. E non potrebbe essere altrimenti: e' l'unico modo per l'universo di affermare se stesso, di manifestarsi in tutte le sue possibili configurazioni nell'intento inevitabile di realizzarsi. Tutto questo e' immutabile, incorruttibile. Non conosce minacce. E' pace. Assenza di paura. Tutto questo non si puo' spiegare in maniera formalmente precisa ma lo si puo' conoscere. C'e chi questa conoscenza la chiama "amore".

Wednesday 9 November 2011

Essere...

La verita’ e’ che nel momento in cui la mente smette di essere uno strumento di cio’ che siamo per diventare quel che siamo, si consuma una separazione. In senso cristiano il peccato originale e la cacciata di Adamo dal paradiso terrestre ne sono metafora. Ma il discorso non ha necessariamente bisogno degli schemi di una religione per essere improntato. Le religioni sono dei potenti segnali che puntano alla verita’. L’errore dell’uomo e’ quello di confondere cio’ che punta alla verita’ con la verita’. E’ questa la causa di distorsioni e fanatismi. In fin dei conti cio’ che siamo esiste in una dimensione che trascende la forma e dunque e’ impossibile descriverlo nella dialettica (che e’ per definizione un’espressione della forma). In questo senso non esiste descrizione corretta e da qui’ l’impossibilita’ dell’uomo immerso nella sua identificazione col raziocinio e le emozioni della mente, di considerare e conoscere la sua vera natura. Forse e’ questo che Albert Einstein intendeva quando famosamente disse: “i problemi non possono essere risolti al livello logico in cui sono stati creati” (o qualcosa di simile). Questa ne e’ l’estrema conseguenza in quanto non esiste un livello logico superiore che possa servire a conoscere l’essere. La mente, con il suo discorso incessante e ripetitivo nel quale ci identifichiamo, non e’ un mezzo per comprendere cio’ che siamo. Infatti la mente ne e’ l’obliterazione ed e’ solo attraverso la capacita’ di liberarsi dal rumore della mente che si puo’ conoscere (non comprendere) la propria essenza. Cio’ non significa negare la mente nella sua utilita’ o nelle sue meravigliose manipolazioni a livello della forma. Significa imparare ad usare la mente senza esserne dipendenti. E’ come dire: posso usare la mia mente ma non devo. Il concetto si ritrova pari pari nelle culture orientali del buddismo o nella cultura zen. Nel cristianesimo e’ l’estasi che alcuni raggiungono attraverso la preghiera. E’ cos’e’ altro la preghiera se non un mezzo per sopire la mente attraverso l’espressione mnemonica di una formula linguistica che attiene a quanto di piu’ lontano ci sia dalla realta’ tangibile della forma? Lo stesso dicasi dei mantra buddisti. Ci sono infatti studi sul ritmo cardiaco durante la preghiera che dimostrano come lo stato di preghiera profonda induca il grado di aritmia cardiaca ottimale (la frequenza cardiaca ha un elemento caotico che e’ fondamentale per la salute del sistema cardiocircolatorio). E’ insidioso introdurre un fattore temporale in quanto i contenuti della nostra mente sono il risultato della vita passata ma liberarsi di esse richiede solo un istante nel presente. Dunque, il primo passo negli schemi della forma verso l'essere (se proprio vogliamo fallacemente definire dei passi) e’ sospendere il proprio giudizio e trattenere l’ipotesi che sopire la mente e’ l’ingresso a questa dimensione che trascende la forma e che definisce il nostro essere.

Monday 7 November 2011

Ecco perche' non c'e' ancora una cura contro il cancro...

Vi e’ mai capitato di incontrare medici che raccontano della loro lunga esperienza in qualche settore? Bene, a volte e’ imbarazzante, soprattutto quando ti dicono “sono 20 che mi occupo di cancro” e si aspettano che ti cada la mandibola in ammirazione. Io invece mi chiedo come sia possible che con 20 anni di esperienza e 30 anni di ricerche avanzate prima della loro carriera, questi personaggi non abbiano ancora cavato un proverbiale ragno da un buco.

Il fatto e’ che ormai curare malattie croniche non conviene a nessuno. Proprio nel senso che trovare una cura causerebbe un problema molto piu’ grande dell’epidemia in atto. Prendiamo proprio l’esempio del cancro (ma lo stesso potrebbe dirsi di tutte le malattie croniche).
A chi non conviene assolutamente che la malattia sia curata?

1. I governi di tutto il mondo (soprattutto quello sviluppato che fa o finge di fare le ricerche piu’ avanzate). E come mai? Beh, si dice che una persona su 3 avra’ il cancro durante l’arco della sua vita (33%). Se pure consideriamo i pochi che la fanno franca, trovare una cura per il resto significherebbe che in 5-10 anni la popolazione della parte evoluta del mondo (in enorme crisi economica) aumenterebbe di almeno il 25%. Si tratterebbe per lo piu’ in larga percentuale di anziani in pensione o vicini alla pensione dunque da mantenere. Come dire: in qualche modo la gente deve pur morire soprattutto quando il pianeta ha dato luce al 7 miliardesimo abitante.

2. Lobby medica (in ultima analisi vittime anche loro del modo in cui vengono ancora oggi educati alla professione). Tenete conto che hanno (grazie all’eccessiva specializzazione) fatto diventare il cancro ben 200 malattie diverse. La cosa ha un suo merito scientifico secondo il vecchio assunto filosofico democriteo che realta’ puo’ essere compresa facendola a pezzi e capendo le connessioni. Purtroppo o per fortuna sappiamo invece da quasi un secolo che il mondo ha caratteristiche tutt’altro che meccanicistiche (addirittura abbiamo scoperto che la materia sa schizzare sopra la velocita’ della luce ma continuiamo a tagliare, avvelenare e bruciare per affrontare il cancro). Dunque, in questo scenario, uno che trovasse un approccio o cura che funzioni, taglierebbe fuori il 90% di oncologi, ridurrebbe di gran lunga il numero di interventi necessari per non parlare di macchnari diagnostici o radioterapici che diventerebbero sottoutilizzati o pressoche’ inutili

3. Le case farmaceutiche. Loro poi, dopo aver speso una media di mezzo miliardo di dollari per chemioterapico approvato (considerato il costo di tutti i fallimenti) non avrebbero’ piu’ l’opportunita’ di continuare questa giostra di profitti esorbitanti sulla pelle della gente ed a spesa dei goiverni. Peggio ancora se si scoprisse che una sostanza o un metodo non brevettabili si rivelassero efficaci!!!...e’ per questo che si cerca in tutti i modi di rendere brevettabile il genoma e i metodi genetici e non e’ un caso che proprio nelle aree dove il profitto e’ difficile per l’impossibilita di proclamare brevetti, le ricerche sono molto lente e sottofinanziate (Dicloroacetato, super-linfociti, e ultimamente il virus del vaiolo per citarne solo tre).

E’ naturale allora come (statistiche alla mano) la prima causa di morte nel mondo occidentale non siano ne le malattie cardiovascolari e neppure i tumori ma bensi’...i trattamenti medici...certo di persone malate ma la cui causa diretta di decesso diventa l’aggressivita’ e gli effetti collaterali piuttosto che la malattia che si cerca di trattare. Come se facesse piu’ male all'uomo sopportare la propria impotenza nel cambiare il corso della natura che la morte per eccesso terapeutico. Un atteggiamento comprensibile nelle strutture fallaci della mente poco presente di cui ci fa dono l'insanita' collettiva di cui siamo parte.

L’importante e’ capire che in cio’ non c’e’ un disegno malvagio di pochi manovratori. E’ solo una realta’ emergente che e’ effetto dello stadio raggiunto dalla cultura occidentale e della sua espressione nel sistema capitalista. Il capitalismo non e’ in se un sistema errato o giusto in senso assoluto come non lo e’ il comunismo. Ogni sistema ha i suoi limiti che prima o poi si palesano. Allora si capisce che le soluzioni sono le piu’ inaspettate e verranno prima o poi fuori. Il primo tentativo sara’ quello di cronicizzare piu’ a lungo queste malattie proprio per alimentare oltre il giro di affari da parte di chi ne trae profitto. Un po' come si fa nel salvare le banche per allungare ancora un po' il sistema economico attuale.

Certo compagnie di assicurazioni e governi dovrebbero partire al contrattacco ma le lobby e gli ormai consolidati conflitti d’interesse saranno difficili da snodare senza il balsamo del tempo. Poi c’e’ che alla sperimentazione organizzata (e spesso mirata ad interessi economici) si sovrapporranno i dati che saranno disponibili via internet da esperienze individuali ben documentate. Tra 10 anni ci sara’ una base dati piuttosto attendibile sugli effetti di vari approcci. E’ chiaro che il modo di pensare alla ricerca dovra spostarsi fondamentalmente dal vecchio modello meccanicista e in tal senso non mi sembra il caso di non essere fiduciosi verso la razza umana.

Intanto, in bocca al lupo! E crepi il lupo!

Tuesday 14 June 2011

Questo e' un treno che non torna più...

Ho visto la diretta di Rai tre il lunedi' dopo il voto referendario del 12 e 13 marzo.
Che ne pensate del fatto che la piazza abbia escluso il collegamento con Rai 3? Lo so che sono in molti a criticare l'atteggiamento un po' 'grillesco' di sparare a zero sulla nostra classe dirigente. Pero' bisogna riconoscere che persino Bianca Berlinguer sembrava (lo e'?) una antica donna di sistema di fronte a la reale volonta' di gente in carne ed ossa, organizzata attraverso la rete, di prendere in mano un pezzetto del proprio destino. Secondo me chi continua a non capire e tergiversa su vecchi schemi, ha già perso il treno.

Thursday 5 May 2011

Le immagini di un'esecuzione. Mostrarle?

Avete visto l’immagine della “situation room” durante la mission “Geronimo” che ha portato alla cattura ed uccisione di Osama Bin Laden. A guardare l’immagine di un inusuale esecuzione, si vede molto della leadership di un uomo o di una donna. Il premio Nobel Barak Obama non e’ al centro della scena, e’ in un angolo con uno sguardo a meta’ tra la decisione ed il disgusto di un atto in se orribile. Hilary Clinton e’ al centro della scena, si copre il volto con angoscia ritratta nello stupore. Io sono personalmente contento che l’uomo nell’angolo abbia vinto le elezioni. Questa imagine mi ha posto un quesito importante non tanto sulla decisione di ammazzare un criminale (che per altri, a torto o a ragione, e’ un eroe) ma sulla nostra maniera di reagire. Il commento della Chiesa cattolica si e’ levato non ad ammonire l’uccisione o esecuzione o assassinio o “terminazione” del terrorista, eroe, criminale, padre di famiglia, assassino di migliaia di musulmani e cristiani innocenti, marito. Il monito per noi e’ di non gioire della morte di un uomo. Una volta incontrai un importante ingegnere milanese, un uomo anziano e saggio che ebbe la bonta’ di condividere con me la sua esperienza di partigiano. Mi racconto’ come c’era un senso di sconfitta nell’uccidere il nemico. Mi racconto’ come nell’odiare con tutta la sua forza il nemico fascista e nazista, con la collera di tutto lo spirito e del corpo per questi uomini infami e riconosciuti ora tali dalla storia; ebbene mi racconto’ come lui sentiva un profondo senso di sconfitta quando quegli occhi diventavano assenti o il corpo si accasciava esanime dopo un colpo o piu’ di arma da fuoco. Io penso che per una bambina di 12 anni che vedeva nel suo papa’ un eroe in ogni caso, dev’essere stata un esperienza atroce ed indescrivibile. Una bambina che aveva due anni quando suo padre ha assassinato migliaia di innocenti nelle torri gemelle di New York e che e’ cresciuta probabilmente ogni giorno con un uomo cui un giorno hanno dilaniato il cranio con un proiettile. A quanto pare e’ deciso che non sara’ pubblicata alcuna imagine, Io penso che sia giusto mostrare le immagini della missioni perche’ non possiamo piu’ sottrarci dall’orrore deputando questi atti orribili alle mani ed occhi altrui. Il mondo organizzato moderno ci ha consentito a lungo di nasconderci mentre altri uccidono animali per le nostre tavole e uomini in guerre lontane. Mentre viviamo piccole vite un po’ illusoriamente morbide dietro lo scudo dei nostril eroi. Il web e la disseminazione di tutte le tipologie di informazione sta cambiando il mondo. Prima o poi quelle foto verranno fuori e forse dovremmo prendere il nostro cellulare e puntarne la telecamera al nostro volto prima di cliccare su quell’immagine di Osama Bin Laden dilaniato da un proiettile americano. Scopriremmo molto di noi e di cio’ per cui gioire.

Monday 2 May 2011

Settimana di eventi epocali...

Che strana settimana. Ora hanno pure preso e ammazzato Bin Laden. I commenti si consumeranno e la stampa prendera’ ovviamente e comprensibilmente d’assalto la notizia. In Italia poi, distratti dalla foto falsa (ehh, il gossip) per esempio mai riportata dalla bbc, saremo pronti a saltare sulla prossima e piu’ curiosa notizia. Ah, guardate che ho scoperto: qualcuno ha notato che per la beatificazione di Giovanni Paolo II, anche Mugabe (sanguinario dittatore dello Zimbabwe bandito dall’Europa) e arrivato in Italia?…fortunatamente non ci sono notizie di alcun baciamano. Speriamo piuttosto che la mano del beato sia passata per la sua coscienza. Intanto e per inciso, immagino che i reali d’Inghilterra riusciranno a prendere un lastminute.com per andare in luna di miele senza che nessuno li pensi neppure di striscio. Speriamo di non scordarci pure della guerra in Libia e di quello che sta succedendo nel parlamento italiano e nei suoi tribunal (presto anche alle urne). Nel merito e’ importante leggere la reazione della gente: se andate a vedere i commenti agli articoli in merito alla notizia Bin Laden nel mondo anglo-americano, quelli piu’ votati alimentano la diffidenza nei confronti del Pakistan e quelli peggio votati parlano di nuova sommossa dell’integralismo islamico. Insomma nessuna buona notizia agli estremi dello spettro. In mezzo c’e’ probabilmente il consenso di Barak Obama che “accusato” di essere socialista e debole dai suoi oppositori ha, alla vigilia delle mid-term elections, ha assestato un punto fortemente simbolico in suo favore. Lo trovo emblematico. Obama e’ un premio Nobel per la pace, un uomo che apprezzo molto per le sue motivazioni (almeno per quell che appaiono). Obama e’ al centro di due estremi d’odio a prendere consensi. Speriamo bene.

Wednesday 27 April 2011

Informatica o energia?

Se l’energia e’ il vero danaro, l’informazione e’ il prodotto del futuro che ci consentira’ di usare solo energia rinnovabile. Provate ad immaginare di essere alla guida di una Lamborghini Diablo. Metallo, plastica, design, aerodinamica, parti in movimento, combustibile e comburente. Tutta energia spesa per donarci una straordinaria sensazione. E’ l’informazione che dal cervello passa alla gamba che accelera mentre il braccio sterza e l’auto va in testa coda dandoci di ritorno al cervello vibrazioni, il rumore della gomma sull’asfalto l’odore della benzina e degli interni in pelle .Tutte informazioni.
Prezzo? Non lo so, svariate centinaia di migliaia di euro.
Un pilota di aerei impara senza decollare perche’ e’ piu’ sicuro, economico e pratico usare un accurato simulatore. Eppure io e te ogni mattina ci mettiamo in auto o in treno a sentire il sudore altrui ed a perdere tempo prezioso, lasciando famiglia e figli per andare a fare in ufficio un buon 80% di cose che potremmo fare da casa (non e’ vero per tutti i lavori in una tale proporzione). Certo, niente sostituira’ la sensazione di abbracciare mia madre di persona, ma visto che vivo lontano, le posso parlare per skype, vedere come sta, i vestiti che si e’ comprata eccetera…magari un domani per fare un lavoro bello come il mio, non avro’ bisogno di emigrre non perche’ l’Italia e’ diventata piu’ ricca di opportunita’ (magari) ma perche’ non conta dove io sia per fare il lavoro giusto. Il futuro e’ quello perche’ ha il potenziale di ridurre il nostro consumo energetico in maniera sistemica e drammatica. Il contenuto conta sempre piu’ del contenitore, e’ la tecnologia della “cloud”, della realta’ virtuale usata non per vivere un’altra vita ma per rendere migliore quella vera.
Parafrasando Einstein, i problemi non si possono risolvere secondo gli schemi che li hanno creati. La nostra sete non e’ sete di energia. E’ sete di fare sempre di piu’ e per fortuna per quello non c’e’ bisogno del nucleare. Non c’e’ bisogno di rintanarci nel nostro regionalismo ma forse possiamo vivere dove sono le nostre radici o dove piu' ci aggrada senza rinunciare al nostro giro di ruota per il mondo.

Friday 22 April 2011

Taci o popolo...

Dunque con un sorprendente retromarcia, il ministro Romani ha pensato bene di mettere uno stop momentaneo alle mire nucleariste della sua parte politica. L’obiettivo e’ chiaro, meglio uno stop momentaneo che sentirsi dire dal popolo un secco e sonoro no. A dimostrazione che per alcuni questo popolo sovrano che continua a votare Berlusconi, non va piu’ bene nel momento in cui non dovesse essere d’accordo. Meglio zittirlo perche’ “la spinta e’ emozionale, sono i fatti di Fukushima a condizionare, e bisogna pensarci a mente fredda”. Strano pero’ che su immigrazione e sicurezza abbiano vinto le elezioni, quello si che era un argomento razionale. Insomma, prima cercano di metterlo nel cassetto, poi ci fanno spendere 300 milioni di euro in piu’ (rifiutando l’election day) e mettendolo in una data impossibile (per evitare che si raggiunga il quorum). I loro sondaggi (si vede) non hanno potuto dargli il conforto che anche questa battaglia sia vinta in partenza. In piu’ c’e’ il rischio per il legittimo impedimento e allora? In barba alla coerenza, via, meglio procrastinare ed evitare che il popolo si esprima, il momento non e’ buono…taci o popolo...

Thursday 7 April 2011

Il danaro e l'energia

E' proprio vero che il tempo e' in grado di sanare le ferite piu' profonde. Quando quasi 25 anni fa, nel 26 aprile 1986 la centrale di Chernobyl esplose dando luogo forse al piu' grande disastro causato dall'uomo, il mondo inorridi' e rispose. L'Europa fu attraversata da una nube radioattiva e l'Italia disse no compatta.
Nonostante la scarsita' di risorse energetiche e sapendo di dover dipendere dall'energia (anche nucleare) altrui, decidemmo dire no. Decidemmo di privilegiare la salute rispetto al benessere (e che benessere sarebbe senza salute?). Persino i politici non si sforzarono di difendere una posizione piu' pratica e razionale (?). Oggi per molti, nonostante il disastro di Fukushima, questa scelta di dire no sembra un po' estrema. Non fidatevi del silenzio recente sul tema, presto ci sentiremo dire che il nucleare e' piu' sicuro e se vogliamo essere realisti, va la tesi, e' l'unico modo di produrci l'energia (anche se il materiale fissile dobbiamo pur sempre pagarlo caro).
Il Giappone e' lontano ed il fatto che il nostro sia un paese ad alto rischio sismico sembrera’ un dettaglio.
Forse vale la pena considerare chel'energia e' il vero danaro. E' quello che fisicamente "spendiamo" per fare le cose che piu' ci aggradano. Va da se che piu' se ne ha e piu' se ne spende e piu' se ne vuole.
A guardare i grandi numeri, una relativamente piccola percentuale di tragedie umane (traduco: piu’ malati di cancro e bambini malformati) appare accettabile (a meno che accada proprio ai tuoi figli) nel nome della crescita economica e del progresso. Il progresso targato anni 50, della tecnologia dello scorso millennio dalla quale non riusciamo a staccarci.
La corsa a piu' energia e' dunque un po' come la corsa al danaro. Il concetto di leverage pero' (tanto glorioso nel settore finanziario) ovvero della possibilita' di utilizzare piccoli capitali per controllare capitali di dimensione multipla, sembra non trovare un corrispettivo nel parallelismo con l'energia.
Il problema e' che mentre il danaro lo stampano le banche a loro discrezione, l'energia (dice il principio di conservazione dell’energia) non consente trucchi di questo genere. Risulta pertanto evidente quanto l’economia finanziaria sia scollata dalla realta’.
Gli unici principi che si possono applicare sia all’energia che al danaro sono quelli della parsimonia, del consumo intelligente e dello sviluppo delle fonti sostenibili. La notizia buona e' che siamo una nazione brava a risparmiare (cosi' ci dicono), piena di estro e talento e ricca di fonti rinnovabili. La cattiva notizia e' che il governo ci chiede implicitamente di spendere privatamente per rilanciare l'economia, taglia l'educazione (meno attenzione al talento del futuro) e favorisce il nucleare rispetto al solare.
Peggio ancora, rispetto a queste scelte epocali, si consuma nella diatriba teatrale della nostra politica nazionale. Maggioranza impegnata a servire il capo, opposizione impegnata a ostruire. . Nessuno ci dice dove andarci a cercare il futuro senza che all’improvviso qualcuno cambi le regole del gioco a meta’ partita.

Wednesday 16 March 2011

Tremonti e le stampanti 3D...che distanza

E' dall'inizio della crisi che il ministro Tremonti (in odore di infallibilita') continua a propinarci (l'ultima volta da Santoro) una tesi secondo la quale la nostra economia sarebbe piu' resiliente di altre. La saggia propensione al risparmio delle famiglie italiane, va la tesi, ed il fatto che la nostra economia sarebbe piu' reale in quanto basata sul manifatturiero piuttosto che su servizi e finanza e' il motivo per il quale saremmo stati colpiti di meno.
Tutto questo supporto per il manifatturiero e' poi solo teorico visto che le fabbriche italiane continuano a chiudere.
Provo a tradurne a modo mio il significato: in Italia risparmia solo chi puo'. E chi puo' continua a farlo, ovvero in Italia i soldi ce li hanno sempre gli stessi. La crisi in Italia e' arrivata di meno perche' eravamo gia' in crisi cronica ed e' chiaro che uno che in Germania o Inghilterra da ricco diventa povero, sente una crisi maggiore rispetto a chi da povero diventa un po' piu' povero, soprattutto se i ricchi dalle nostre parti (tranne quei poveretti del manifatturiero di cui sopra) restano sempre ricchi e decidono pure le leggi.
Fatto salvo il principio che la finanza dovrebbe essere non fine a se stessa ma di servizio all'economia reale, mi sembra piu' equilibrato dire che dovremmo trattenere il manifatturiero di alta qualita' e sviluppare prodotti e servizi legati a nuove tecnologie invece di buttare danaro in metallo e cemento mentre sosteniamo un utilizzo degli strumenti finanziari che sia fine alle esigenze dell'economia reale.
La spiegazione a dire del nostro illuminato ministro sembra essere nei mostri della globalizzazione. Cose come la velocita' d'informazione, lo scambio libero di beni e servizi, le troppo avventurose industrie innovative. Insomma, senza dirlo sembra che la soluzione sia davvero il dazio, il ritorno all'isolamento socioeconomico. Tesi interessante, va un po' a braccetto con il secessionismo e l'esterofobia dei tanto criticati (da Tremonti) leghisti. Forse sarebbe meglio se la zizzona di Battipaglia si mangiasse da Roma in giu' e il gorgonzola da Roma in su. Vorrei dire pero' che la globalizzazione non e' stata decisa o progettata da qualcuno. E' una realta' (come tutte le realta') emergente nata dalla concomitanza di fenomeni politici, avanzamenti tecnologici e piccoli eventi casuali che hanno provocato grossi effetti su lunga distanza. Come il fatto, che so, che Bill Gates si sia messo a fare sistemi operativi in un garage o che qualcuno finanziasse l'idea di un giovane balordo che ha inventato google. Non certo perche' qualcuno ha lanciato il motore fiat multijet, che pure ha la sua importanza.
Mentre i gerontocrati della classe dirigente italiana nostalgicamente pruomovono scenari involutivi scoraggiando l'alimentazione culturale di una societa' ('vada a mangiare pane e Dante' disse Tremonti), si stanno perdendo la vera prossima rivoluzione che e' la realta' emergente del futuro.
Il problema non e' il libero scambio di beni, servizi, idee, informazioni...il problema e' che tali scambi costano energia e materia (che poi, Einstein docet, sono la stessa cosa). Andatevi a fare un giro su http://it.wikipedia.org/wiki/Stampa_3D. Spiega cosa sia una stampante 3D. Ovvero un macchinario che invece di stampare documenti produce oggetti tridimensionali (che so, uno stradivari) per sovrapposizione di strati di materiale. Il tutto col 10% del materiale richiesto da sistemi tradizionali. Basta scaricarne il design da internet. Cosa significhera' per il manifatturiero quando ne avremo una in casa?
Fatevi un giro su http://www.skymeeting.it/overview_char.html. E' una delle tante che vende piattaforme collaborative che consentono un esperienza di riunione lavorativa migliore della meta' dei meeting a cui io abbia partecipato. Non richiede il viaggio, l'uso di carta e la necessita' di stare lontano dai nostri figli (non tanto positivo per chi usa i viaggi di lavoro per avere una vita parallela e che so, fermarsi a una festa di 18 anni).
Tutto cio che viviamo sono informazioni. Tutto quello che trasportiamo sono informazioni. L'elettrone e' un vettore piu' economico dell'essere umano e sebbene certe cose richiederanno sempre il contatto individuale, molte potrebbero avvenire per scambio d'informazione multimediale a distanza.
Insomma, mentre il mondo si 'glocalizza' e prende la palla al balzo per rinnovarsi, in Italia puntiamo sul dazio e sul nucleare...su Putin e sugli accordi con Gheddafi...poveri noi...

Monday 14 March 2011

La favola di Pinocchio...al contrario

Riforma della scuola! La verita' e' che mandarci i nostri figli non e' piu' facile come una volta perche' ci sono differenze piu' marcate nella nostra societa'.
Due forze distruttive e concomitanti. Forza n.1: in Italia non c'e' transizione di classe ovvero i ricchi ed i poveri sono sempre ricchi o sempre poveri per cui chi e' nato ricco non capisce chi cerca (raramente con successo) di diventarci e meno ancora chi nace e (troppo probabilmente)resta povero. Se si e' ricchi poi, diventare poveri e' molto difficile nel nostro paese tranne per quelli che erano imprenditori nel manifatturiero tanto osannato come grande esempio di economia reale dal ministro Tremonti: balle.
Forza n.2: l'immigrazione e' incontenibile (meglio lasciar vincere Gheddafi?) e mentre noi stentiamo ad avere qualche figlio, le popolazioni nord africane e dei Balcani crescono e vengono da noi ad essere mal integrate. Continueranno a farlo, e' una semplice questione di numeri e' inutile che alziamo barricate, sarebbe meglio attrarre le persone giuste. Servirebbe di piu' abolire gli anticoncezionali (la Chiesa, chi l'avrebbe pensato che proprio loro avessero la soluzione anti immigrazione???)
Forza 1 + Forza 2 = Mandare i nostri figli a scuola e' diventato difficile perche' abbiamo paura dell'ambiente che potrebbero incontrare e delle difficolta' cui un bimbo di 6 anni 'di buona famiglia' potrebbe al giorno d'oggi trovare in una varieta' di estrazioni sociali ed etniche che non sappiamo decifrare.
Mi capita spesso di parlare con amici e conoscenti con figli in eta' scolare che si lamentano della pesantezza sociale dell'ambiente scolastico.
Allora, chi decide come il ministro Gelmini e la sua impaurita e gerontocratica classe dirigente, decide che l'integrazione sia meglio lasciarla accadere tra i poveri italiani ed i disgraziati extracomunitari piuttosto che preoccuparsi del vero significato di quello che sta accadendo.
Impoverire la scuola pubblica non lascera' nessuno di noi con piu' soldi per mandare i nostri figli in scuole private ma accentuera' ulteriormente l'immobilismo della nostra struttura sociale. Significhera' che in un paese in cui l'economia non offre grosse opportunita' di elevazione sociale, eliminiamo anche quello che era il nostro unico residuo di 'melting pot' sociale: la scuola, appunto.
Non mi piace, l'economia (reale o finanziaria) non e' al servizio degli uomini in questo paese. Sarebbe un po' piu' accettabile se lavorando duro potessi decidere di usarla a mio vantaggio, ma nella terra di calciatori e veline dove una serata di lap dance vale 7000 euro, conviene di piu' la furbizia che il duro lavoro. Racconteremo ai nostri figli la favola di Pinocchio al contrario: "c'era una volta un bimbo di nome Lucignolo..."

Thursday 10 March 2011

Via i Bulgari dall'Italia! No, non e' un rigurgito contro i Balcani...

Preoccuparsi di Bulgari puo' sembrare fuori luogo. Col mondo che va a rotoli, un produttore di gioielli ha poco spazio. Eppure, la vendita dell'azienda italiana ai francesi fa pensare...soprattutto fa pensare alla mancata vendita di Alitalia ai cugini d'oltralpe ed al pasticcio che ne e' risultato per favorire i soliti furbi (incidentalmente gia' fortunati clienti del suddetto gioielliere).
Bulgari impiega 4000 dipendenti dunque non una piccola azienda. Inoltre opera in un settore che (per quanto per cosi' dire effimero) e' un settore ad altissimo valore aggiunto...per intenderci, di quelli che non puoi spostare tutte le tue operazioni in India. Di quelli che i tuoi clienti non soffriranno mai perche' c'e' crisi. Eppure, va via cosi', al colosso francese LVMH proprio quando dovremmo interrogarci su come possiamo sostenere un manifatturiero di qualita' che resti sempre competitivo in quanto inimitabile e irripetibile. E' una partita che va a braccetto con quella delle nuove tecnologie, dell'IT, del rinnovabile e delle biotecnologie. Roba che richiede testa e creativita' e che un paese senza materie prime(tranne il sole, ora che e' una fonte d'energia utilizzabile ed il petrolio e' alle stelle)come il nostro ma con tonnellate di estro per chilometro quadrato, dovrebbe aver abbracciato da qualche decennio. Invece siamo li' ad ammazzarci per aziende vecchie che vanno a salvare colossi automobilistici in America. Bisogna preoccuparsene, e' giusto, sono fatte di persone che vivono del loro lavoro ma non possiamo buttare all'aria il solare come ha fatto il governo a un mese dall'approvazione degli incentivi. Non possiamo pregiudicare il futuro della nostra nazione amputando la scuola e l'universita' a vantaggio del CEPU che pure ha la sua funzione ma non puo' portare la torcia del sapere e dell'estro geniale della nostra tradizione.
Cosa dobbiamo fare per liberarci della gerontocrazia regnante di destra e di sinistra che ha deglutito le nostre pensioni e messo pesanti ipoteche sul nostro futuro? Finiremo come il popolo libico a chiedere la rinuncia al potere in cambio dell'impunita'?

Monday 7 March 2011

Storia, coscienza e caos...

E’ la mancanza dui scupoli piu’ proficua dei buoni valori? Una volta, tanto tempo fa, anche in questa parte del mondo uccidere era una necessita’ di ognuno per la sopravvivenza. Le alleanze si formavano nel mettere la propria sopravvivenza nelle mani del gruppo: un gruppo gerarchico veniva formato secondo la legge del piu’ forte.
Ma poi, essendo l’uomo un animale sociale, ci siamo fusi in gruppi piu’ grandi e par fare cio’ e’ stato pratico fare l’outsourcing di certi istinti a gruppi piu’ piccoli ed efficienti che ammazzano mucche per noi nei macelli ed uccidono nemici per noi in guerre lontane. Sebbene in piccola scala i meccanismi ancestrali di cui sopra persistono, su scala planetaria abbiamo usato il progresso tecnologico per rimuovere dalla nostra vita quotidiana queste spiacevoli attivita’.
Abbiamo creato un sistema economico in cui un piccolo gruppo di umani possono prendersi risorse lontante per rimanere in cima alla catena alimentare; mentre la decapitazione fu brevemente riportata in auge da deprechevoli pratiche del terrorismo, cliniche iniezioni letali e caccia bombardieri uccidono con precisione e completezza.
E’ dunque solo un illusione? E’ allora vero che il lavoro di piccoli gruppi garantisce la nostra sicurezza e ci permette il lusso di praticare i buoni valori nelle nostre piccole vite illusorie? Non mi sembra giusto ma mi sembra che sia cosi’, tanto e’ vero che la mancanza di scrupoli e’ pagata meglio dei buoni valori: nel commercio, in politica, nel lavoro pubblico, nella guerra (ovviamente) ed in qualunque attivita’ umana. Non credo neppure che sia un disegno cospiratorio ma solo la realta’ che e’ emersa dalla nostra storia.
Vecchi paradigmi portano solo a vecchi risultati. Come dice qualcun’altro, c’e’ bisogno di una “mutazione genetica delle nostre coscienze”. C’e’ bisogno che cominciamo a guardare alla nostra esistenza attraverso paradigmi nuovi e sara’ la natura a richiamarci a questo sforzo attraverso gli effetti verso cui il nostro comportamento sta spingendo il pianeta. Ci avviciniamo ai limiti del caos, questione di un decennio o due. Da questo caos possono emergere cose infinitamente buone o infinitamente deplorevoli...ogn’uno di noi dovra’ decidere che parte giocare.

Friday 4 March 2011

Tu sei Berlusconi...

Immagina solo per un attimo di essere Silvio Berlusconi. 74 anni, una vita di successi, enorme potere economico e mediatico. Mille opzioni, dalla Svizzera ad Antigua. Ammesso che fossi colpevole, in galera non ci andrai mai ed a quell'eta', e' pure giusto. Ti basta un cenno perche' un jet privato porti al sicuro te ed abbastanza danaro per 10 vite agiate in luoghi dove nessuno avrebbe domande sul bunga bunga e dove potresti liberamente circondarti di cantanti, donne giovani e carine ed amici compiacenti. La via d'uscita c'e' in ogni momento ma dovresti decidere di tirare i remi in barca, diventare uno che dall'alto della sua esperienza e capacita', a valle di un bagaglio di colpi di genio e grandi errori, osserva il mondo con una capacita' superiore di comprenderlo, interpretarlo e comunicarlo. Significherebbe che hai imparato a vivere ed a morire. Ti senti pero' che sarebbe difficile assumere tale posizione perche' richiederebbe una moralita' che la maggioranza dei tuoi concittadini e la stragrande maggioranza del pianeta che abiti troverebbero risibile. La tua unica strada dignitosa per un'uscita grandiosa e' battere il sistema, raggiungere la medaglia della saggezza attraverso il sigillo istituzionale, quello della Presidenza della Repubblica laddove il rango di legge di cui diventi garante e' quello piu' alto per uno stato di diritto. Sei un uomo all'ultimo atto di una vita certamente straordinaria, sulla cuspide tra polvere e gloria. Cerchi il colpo di coda finale che ti consegnerebbe alla grandezza e ti salverebbe dall’ignominia. Rispetto la tua lotta di uomo. Le tue contraddizioni sono solo umane, le accetto. Alcune le rispetto perfino. Ma vorrei e combatto per un mondo in cui chi e’ consegnato alla storia come un grande cammini per un altra strada. E’ il mondo che vorrei per mio figlio.

Wednesday 2 March 2011

E dopo la fiducia sul Federalismo Municipale?

E dopo l'ennesima fiducia? Scrivo prima che il voto avvenga ma come previsto, il voto sul federalismo sara' uno di fiducia e dunque favorevole. Al di la' delle considerazioni gia' fatte sulla poca informazione in proposito, mi domando: che cosa accadra' non appena la Lega avra' ottenuto cio' che vuole? La fiducia sara' posta su altre questioni, quelle che stanno a cuore al Presidente del Consiglio. Gli elettori della lega, ristorati spesso dalla spregiudicatezza e cinismo dei loro leader politici vedranno fino a che punto il loro partito abbia ingoiato pillole amare solo per utilita'. I politici della lega hanno avuto il lusso di poter fare le donne ed uomini di principio sulle questioni che vedono tutti gli altri d'accordo (vedi 17 marzo, scuole padane, ronde etc.) e che saziano col profumo i languori dei loro elettori. Tanto sanno che non dovranno mai fare niente di concreto in proposito (almeno in questo governo). Sulle leggi per il premier hanno scambiato la preziosa e storica merce del federalismo e sono riusciti ad eseguire nell'ordine che piu' gli comoda...gli elettori applaudono: per il federslismo, qualunque cosa! Ma a giochi fatti? Tornera' la Lega ad essere una spina nel fianco della connivenza o e' gia' "schiava di Roma" stavolta si' nel senso peggiore? Consiglio alle tv: tagliate tutti i reality, sta per arrivare la campagna elettorale piu' divertente di tutti i tempi.

Monday 28 February 2011

Scuola, pantere grigie e nuove strategie

Sara' pure che la sinistra sta con l'orecchio teso ad indignarsi ad ogni respiro del premier...ma a me questo fatto che uno che interagisce cosi' pericolosamente e privatamente coi confini della scuola dell'obbligo faccia piani per il futuro dei nostri figli e nipoti...un po' mi preoccupa. Non ci interagisce pubblicamente come fa un professore. Neppure da adulto-guida come fa un genitore. No, lui porta i nostri figli in demografia da liceali e diplomandi a feste e Bunga Bunga gravemente difeso da anziani che hanno ancora paura dei comunisti. Altro che mangiare i bambini, meglio aspettere che sviluppino un po' di curve?
Paura della Russia? Altroche', queste "pantere grige" come qualcuno le chiama(che hanno deglutito il nostro futuro e che hanno pensioni che noi trentenni non avremo mai) sono normalmente guidati da istinti ancestrali. In questo caso pero' capiscono che essere il miglior amico di Putin non ci danneggia (??). Anzi, meno male che B e' un furbacchione altrimenti come ci difenderemmo nel pericoloso mondo odierno? Un po' di sana paura del futuro...
Prossima strategia del capo? Ha preso Ferrara come consulente che gli ha detto (e si e' preoccupato di dirlo a tutti) che lo vuole com'era prima, in TV a confronto diretto con l'opposizione: strano che Ferrara cominci in questi giorni su Rai 1 nello spazio che fu di Biagi. Porta a Porta non basta piu', troppe critiche per le sue apparizioni estemporanee: ci vuole l'impatto da TG principale ed allora vai con l'azione di governo a cambiare il palinsesto della TV pubblica per creargli lo spazio giusto. Scommettiamo? A proposito di "...uso criminoso..."

Tuesday 25 January 2011

Nel tumulto emozional-nazionale il paese sembra incurante dell'eventualità che venga messo in atto il federalismo fiscale. La faccenda e' ridotta a questione di fiducia sul premier e sappiamo bene com'e andata a finire l'ultima volta. Vorrei ricordare che il federalismo fiscale (che e' gia' legge) e' il risultato del traffico scellerato di lavoratori disperati in cambio dei rifiuti tossici industriali che andavano a produrre per le ricchezze altrui e che arricchivano al sud solo la mafia. Tramite i decreti dovremmo provare a usare il federalismo come antidoto ma al momento a dominare la scena sul tema sono un manipolo di manigoldi che mi danno solo l'impressione di voler scappare col bottino. Grande assente: l'opinione pubblica. Appello: cari giornalisti, potreste scrivere di più sul federalismo nei prossimi giorni ed invertirne l'ordine d'impaginatura coi festini di Arcore? Solo per qualche giorno...please.