Monday 30 December 2013

Urca...c'è un topo tra il metodo stamina e Caterina

Che differenza ci sarà tra un topo geneticamente modificato e te? Come mai siamo in grado di curare i topi da laboratorio da quasi tutti i tumori e gli esseri umani quasi da nessuno? Perché quello che funziona su un organismo con oltre il 99% del nostro DNA ed ugualmente dotato di un sistema circolatorio, respiratorio, nervoso, muscolo-scheletrico etc è così drammaticamente inutile su di noi? Le differenze fisiologiche sono troppo piccole per spiegare questo divario e  non riesco a fare a meno di pensare che c'è un'altra cosa che differenzia in maniera troppo palese il topo modificato da te. È il fatto che il malcapitato sorcio non sa di essere geneticamente modificato, del fatto che gli è stato impiantato un tumore e che gli somministreranno qualcosa di tossico per vedere come reagirà alle dosi e se il tumore si fermerà o si ridurrà o se addirittura scomparirà. Il topo non sa che la malattia che gli è stata impiantata è attualmente incurabile e  che in ogni caso morirà o per il tumore o a causa del farmaco o per essere sezionato nell'accedere alla malattia dopo il trattamento. Il meno malcapitato uomo o donna invece sa, eccome! In altre parole è forse la coscienza a fare la grande differenza tra un topo e te laddove la scienza ufficiale non riesce a dare risposte da oltre 50 anni? La coscienza fu eliminata dall'ambito d'azione della scienza quando Cartesio si mise d'accordo col Papa lasciandogli appunto le coscienze per dedicarsi alla materia. La traduzione di tutto ciò in ambito medico scientifico moderno è l'utilizzo inopportuno della sperimentazione sugli animali ed un'altra cosa che in inglese si chiama "randomised, double blind trial". Ovvero la sperimentazione su esseri umani che si preoccupa in maniera specifica ed ossessiva del problema di eliminare il cosiddetto effetto placebo ovvero la nostra capacità di modificare la fisiologia con l'alterazione dello stato di coscienza attraverso la suggestione. Ma, scusatemi, non sarebbe straordinario manipolare lo stato di coscienza anche nell'ambito del trattamento chimico per capire fino a che punto siamo in grado di invertire meccanismi viziosi per la nostra salute? Insomma, quand'e' che faremo qualcosa di veramente innovativo? Io non lo so ma ad intuito questa mi sembra una grossa pecca della scienza moderna che si ostina a trattare con linearità newtoniana qualcosa di così complesso come l'uomo. Come se io e te fossimo ok, non proprio una palla di biliardo, ma magari un biliardo o nella migliore delle ipotesi un organo complesso da aggiustare senza pensare, se non a posteriori, all'unità del nostro essere. La specializzazione, il metodo analitico di suddividere un problema nelle sue componenti individuali e poi trattarle per sommare alla fine il tutto, non può funzionare. Non funziona per trovare la soluzione generale del semplice problema di tre gravi e dunque non può funzionare per niente di più complicato. D'altro canto "analitico" ha la stessa etimo di "anale" e dunque il metodo analitico consiste nel passare figurativamente il tutto per il buco del culo.  Ciò che ne esce è notoriamente poco nobile. D'altra parte a suddividere nelle sue parti individuali qualcosa di vivente, si finisce sempre per ucciderlo no?
Ecco, diciamo che siamo francamente incazzati! Dopo aver perso nonni, padri, madri, zii, amici e parenti, trovarci per l'ennesima volta davanti ad un professorone con 40 anni d'esperienza che si prende 400 euro per dirti che può dare a te o a un tuo caro tante sofferenze con poche possibilità di miglioramento, sarebbe francamente davvero seccante. I medici lavorano spesso bene a livello clinico ma la ricerca, permettetemi di dirlo, fa veramente...posso dire: cagare? Ecco, perdonatemi il francesismo ma la ricerca è ormai nelle mani di investitori privati (case farmaceutiche) che ragionano col cashflow e coi profitti. È talmente costosa da lasciar fuori tutto ciò che non sia brevettabile ed è odiosamente redditizia insieme alle produzioni e somministrazioni di massa di farmaci e trattamenti che per chiunque abbia una malattia minimamente avanzata non servono quasi sempre ad un tubo. Per quanto tempo vogliamo continuare a finanziare un sistema autoreferenziale che arricchisce grandi corporazioni e medici senza mai colpa che ha così consistentemente fallito nel suo intento per gli ultimi 50 anni? Dobbiamo davvero essere noi a cominciare a rifiutare le vostre cure inutili mentre ascoltiamo dibattiti strumentali tra metodo stamina e Caterina? Quand'e' che la comunità scientifica avvierà un dibattito serio su alcuni paradigmi di una scienza dell'evidenza in un universo visibile al 15% fatto di energia e permeato da un campo scalare che determina la massa di particelle subatomiche definite da funzioni di probabilità? Ha dunque veramente sempre così tanto senso un bisturi o un topo modificato? Meditate medici, aprite la mente: il vostro più grande limite è già quello di avere una laurea in medicina...con specializzazione. Parlate con fisici, ingegneri, artisti, politologi ed economisti. Fatevi un viaggio in India, una sauna, un clistere, non so cos'altro...ma svegliatevi da questo facile sonno. È ormai ora!

Monday 9 December 2013

Non basta cambiare le persone. Bisogna che le persone cambino...

Se si potesse in un attimo rendere evidente a tutti gli italiani la verita' che:
  • pagare anche il 10% del debito pubblico e' impossibile senza ridurre il paese in poverta';
  • abbassare la spesa pubblica e' impossibile senza abbassare il PIL (dunque aumentando rapporto debito/PIL);
  • il sistema sul quale si basa l'economia globale e' al collasso a meno di un collasso demografico che gli vada in soccorso (guerre, grandi epidemie, grandi catastrofi);
  • l'ambiente e' pronto a ribellarsi contro di noi (vedi punto precedente);
  • l'energia del futuro e' l'informazione che sostituisce il petrolio;
  • un barile di petrolio risparmiato vale quanto uno comprato;
  • tra risparmio energetico, conversione ad industrie a consumo energetico medio basso e sfruttamento di solare, eolico, geotermico, maree e' possibile rendere l'Italia energeticamente quasi autosufficiente...
ci accorgeremmo all'improvviso che legge elettorale, struttura delle istituzioni, giustizia, decadenza, conflitto d'interessi eccetera, sono solo pretesti per occuparsi ad infinitum di temi che scaldano gli egoismi ma risolvono ben poco lasciando fuori chi non fa comodo.

Ci sono infinite architetture possibili perche' un palazzo si tenga in piedi e non sara' l'architettura delle istituzioni a renderci meno corruttibili, piu' produttivi, piu' credibili, piu' meritocratici o piu' felici. Importano le persone, non solo nel governo o nelle posizioni di dirigenza ma per la strada e nelle famiglie.

Non basta cambiare le persone ma bisogna che le persone cambino. Indipendentemente dalla generazione a cui appartengono e dai vecchi interessi che a qualunque eta' rappresentano. Anche gli interessi delle nuove generazioni esistono da sempre ed una volta appartenevano ai nostri bisnonni.

Bisogna che le persone cambino e vedano il fatto che non esiste nessuna ricetta valida per il futuro che non provenga da un buon rapporto con il presente. Che non c'e' nessuna ricetta valida che derivi dalla necessita' di preservare il proprio futuro perche' il futuro on esiste se non nella nostra mente e preservare il proprio futuro e' una forma di paura che e' in ultima analisi paura della morte.

Come scrive Ivan Tresoldi, “il futuro non e' piu' quello di una volta” ed oggi dobbiamo imparare a vivere senza riporre nel futuro la speranza di una condizione migliore.

Perche' la pace o la felicita' non sta da nessuna parte nel futuro, dobbiamo scovarla ora dentro di noi. Qualora ci riuscissimo, non perderemmo tempo dietro alla politica o alle carriere e ci dedicheremmo ad amare la nostra donna o il nostro uomo, i nostri figli, la nostra comunita', il nostro lavoro e le meraviglie del nostro pianeta.  

Se tutti facessimo questo non ci sarebbe sopruso, poverta', discoccupazione, solitudine, angoscia, disperazione.  Se tutti facessimo questo, sarebbe tutto troppo noioso per coloro che vedono il cambiamento in battaglie e conquiste che inevitabilmente, con le migliori intenzioni, creeranno perdenti e diseredati pronti a nuove battaglie ed a nuove conquiste.

La nostra felicita' non sta da nessuna parte nel futuro ma e' come quella che si riceve guardando un bel tramonto: ti riempie il cuore ma l'evento non e' di per se "interessante" e per il futuro non assicura niente di cattivo ma neanche di buono.  Eppure e' cosi': se si abbandona la paura del futuro, come davanti ad un tramonto, ce n'e' per tutti...