Thursday 2 October 2008

Alitalia: meglio il fallimento, ormai

25 settembre 2008 - Italians, Corriere della Sera Online

Caro Beppe ed Italians,
seguo il dibattito Alitalia e sento questo coro di buonsensisti che asseriscono quanto la cosa peggiore per tutti sarebbe il fallimento. Ma ne siamo convinti? Sembra quasi che il fallimento abbia un senso solo per chi vorrebbe dare una sonora sberla al presidente del Consiglio ed al governo dei risultati. A me pare che con la sospensione delle norme antitrust e con la struttura della Cai + bad company non si fa altro che perpetrare oltre le logiche che hanno portato Alitalia ad essere quello che e’. Ma vi immaginate cosa ne verra’ fuori? Ma veramente pensate che migliorera’ la produttivita’ con un assetto del genere e tutto il risentimento che l'accompagna? La cordata lo sa e forse spera di non dover essere chiamata di nuovo a salvare la patria. Posso avanzare l’ipotesi peregrina che con un fallimento potrebbe succedere una cosa molto semplice? Si creera’ un enorme vuoto nel trasporto aereo in Italia. Ci saranno decine di migliaia di persone qualificate (ok, non tutte ma mi sembra ormai inevitabile) che possono essere utilizzate per riempire quel vuoto... Il trasporto aereo non e’ un cattivo affare, potrebbe nascere una nuova compagnia aerea italiana (Ncai?) che dalla svendita degli asset Alitalia potrebbe comprare i diritti del brand (Nalitalia?). Magari s’ingrandisce un po’ Air One e (ok) ne approfittano alcuni vettori esteri: dicesi mercato aperto e concorrenziale che non nuoce troppo a nessuno, soprattutto a lavoratori (se lavorano bene) e utenti (se hanno effettiva scelta). Farebbe invece male e tanto alle caste di alti dirigenti e privilegiati di vario rango. Per intenderci, quelli che rovinano il Paese, inclusa Alitalia. Con immutato affetto per i simboli italiani.

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