Thursday 2 October 2008

Connivenze italiane, professionalita' inglesi

26 gennaio 2004 - Italians, Corriere della Sera Online

Caro Beppe, cari Italians,
faccio seguito all'articolo "Quando le connivenze conducono al baratro" (22 gennaio). Sono d'accordo, e sicuramente la giovialità e capacità di relazione italiani sono effetto e causa della commistione tra amicizia e connivenza. Riassumerei il problema in una frase: "mancanza di professionalità". Farà male sentirlo, ma in Italia siamo poco professionali perchè la deontologia professionale non ha "owners" nel panorama italiano. L'ho scritto altre volte con riferimento alla mancanza di cultura d'impresa e lo ribadisco ancora: il mondo del lavoro italiano porta per sistema nella classe dirigente malsani esempi di crescita (fatte le dovute eccezioni). Gli inglesi che vengono considerati freddi e socialmente difficili sono forse un estremo non auspicabile ma di certo il più alto esempio di professionalità che io conosca. Il problema italiano è nell'impossibilità delle persone di seguire le proprie ambizioni professionali. Se tutti lo facessimo saremmo piu' attaccati al nostro lavoro e lo porteremmo avanti con professionalità ed onestà per amor proprio. In Italia le professioni sono quasi un accidente e modificare la propria carriera è un'impresa ad alto rischio a partire dalla scelta universitaria, se non prima. Moltissimi giovani preferiscono la vicinanza alla famiglia al "luna park" della crescita senza sapere cosa si perdono. Vero, i salari in Italia sono troppo bassi per incoraggiare il movimento: ed allora aggiustiamoli. Per tornare agli inglesi, è vero che per sciogliersi hanno bisogno di qualche gin&tonic, ma vi assicuro che non importa cosa accade al di fuori del contesto lavorativo, quando si torna all'esercizio delle proprie funzioni conta solo un fatto: lavorare male e concedere favoritismi crea un disservizio in ciò che rappresenta la propria identità di cittadino e professionista. Sento piu' inglesi che italiani lamentarsi del proprio lavoro, ma non lasciatevi ingannare: gli inglesi hanno modo di cambiare e possono permettersi il lusso di mostrarsi scontenti. Gli italiani no. Ed allora "we go with the flow/seguiamo la corrente" finchè giunge la rovina. Ci sono dei provvedimenti precisi che andrebbero presi, ma la classe politica è quella classe dirigente di cui sopra. Quello che mi spiace è che ci sono tanti italiani che la pensano come me, e siamo costretti a star via dalla nostra nazione o ad ingoiare la pillola amara del quieto vivere. Saluti da Londra

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