Sunday 13 April 2014

Il popolo europeo di cui mi sento parte...


Il popolo europeo di cui mi sento parte, vuole alzarsi la mattina per preparare la colazione ai figli, portarli a scuola, andare a produrre i frutti del proprio talento naturale in una situazione lavorativa dove la spinta al risultato e' superare se stessi nelle proprie capacita, non il prossimo competitor. Dove il lavoro e' contribuire a proprio modo alla crescita ed al progresso delle potenzalita' umane che portino sempre piu' benessere e qualita' di relazioni. Il popolo europeo vuole tornare a casa in tempo per educare un po' i suoi figli ogni giorno, cenare con loro col sorriso appagato di chi contribuisce con cio' che ha veramente dentro.

Quelli che hanno avuto il vero successo all'interno della grandi corporazioni e nelle banche, li abbiamo visti tutti. Preferiscono andare al bar con te per un drink dopo lavoro che tornare dai figli. I sacrifici di tante ore di lavoro e viaggio lontano dagli affetti, non sono sacrifici per chi veramente arriva nel rampante mondo della finanza o della grande corporazione. Loro sono in guerra per vincere una competizione ed e' per loro la cosa piu' importante. Amano vincere questa Guerra immaginaria piu' di ogni cosa, portare a casa stipendi a 5 o 6 cifre per dimostrarsi superiori agli amici delle superiori e dell'universita' che non ci sono arrivati.  A fratelli, sorelle, cugini che hanno fatto di meno. Si illudono cosi' di provvedere in maniera piu' alta ai bisogni di famiglie e figli, addirittura oltre la propria attraverso l'importanza del loro lavoro.  E' la scusa perfetta che usano per alimentare la dipendenza tossica dal nemico che tiene in vita il loro ego. Ma sono in pochi: e' la classe dirigente degli scemi di guerra, forse possiamo salvare anche loro.  Se esiste davvero un popolo europeo, non possiamo ancora concedergli la scena...la guerra e' finita, andiamo in pace a concederci una vita dignitosa e felice, tutti.

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