Gli USA restano forza
incontrastabile ma non sono piu' cosi' disposti a prendersi parti
cosi' grosse di responsabilita' (come quella di andare contro
risoluzioni ONU a ripetizione) senza condivisione in maniera piu'
partecipativa anche da un partner Europeo di dimensioni strategiche
omogenee. Sanno bene che c'e' in contrapposizione il vecchio blocco
Russo con possibili alleati ma vogliono gestirlo diplomaticamente,
senza pestarsi troppo i piedi. Gli Stati Uniti si stanno preparando
(insieme al Regno Unito) ad una nuova fase socio-economica ed hanno
bisogno di lasciare un back-up (noi) su quella vecchia perche' non
vada in crisi.
Analizziamo ancora
questo cosa abbia a che fare con la crisi di benessere (voglio
smettere di chiamarla economica) di regioni cosi' estese dell'Europa.
In una parola, la globalizzazione come corsa al ribasso, ovvero il
risultato socio-economico dell'impostazione di una nazione (gli USA)
di oltre 300 milioni di abitanti che nello spazio di 200 anni ha
scoperto di poter controllare il pianeta. A fargli da benzina sul
fuoco in fase finale, grandi blocchi di consumatori globali da Cina
ed India che seppure provenienti da millenarie culture, tanto antiche
quanto quelle europee, sono rimaste sotto le macerie. Per l'india,
con meccanismi di colonizzazione prima e poverta' poi e
l'attaccamento tout-court al sogno angloamericano di chi vuole
emergere. Per la Cina, il tappo comunista ha lasciato la popolazione
a macerarsi fino al momento giusto...ora.
Conclusione, loro
andranno avanti, la loro organizzazione sociale nell'era
dell'ipercomunicazione sta prendendo delle direzioni e sviluppando
delle opportunita' che noi siamo veramente troppo disoccupati ed in
crisi di democrazia per capire. Noi faremo il back-up, seguire, fare
quello che hanno fatto loro negli ultimi 50, e poi forze, ci
rivediamo...a meno che esista veramente un popolo europeo pronto ad
inventarsi la sua storia...
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