Il popolo europeo di
cui mi sento parte, vuole alzarsi la mattina per preparare la
colazione ai figli, portarli a scuola, andare a produrre i frutti del
proprio talento naturale in una situazione lavorativa dove la spinta
al risultato e' superare se stessi nelle proprie capacita, non il
prossimo competitor. Dove il lavoro e' contribuire a proprio modo
alla crescita ed al progresso delle potenzalita' umane che portino
sempre piu' benessere e qualita' di relazioni. Il popolo europeo
vuole tornare a casa in tempo per educare un po' i suoi figli ogni
giorno, cenare con loro col sorriso appagato di chi
contribuisce con cio' che ha veramente dentro.
Quelli che hanno avuto
il vero successo all'interno della grandi corporazioni e nelle banche, li abbiamo
visti tutti. Preferiscono andare al bar con te per un drink dopo
lavoro che tornare dai figli. I sacrifici di tante ore di lavoro e
viaggio lontano dagli affetti, non sono sacrifici per chi veramente
arriva nel rampante mondo della finanza o della grande corporazione.
Loro sono in guerra per vincere una competizione ed e' per loro la
cosa piu' importante. Amano vincere questa Guerra immaginaria piu' di ogni cosa, portare a casa stipendi a 5 o 6 cifre per dimostrarsi superiori agli amici delle superiori e dell'universita' che non ci sono arrivati. A fratelli, sorelle, cugini che hanno fatto di meno. Si illudono cosi' di provvedere in maniera piu'
alta ai bisogni di famiglie e figli, addirittura oltre la
propria attraverso l'importanza del loro lavoro. E' la scusa perfetta che usano per
alimentare la dipendenza tossica dal nemico che tiene in vita il loro ego. Ma sono in pochi: e' la classe dirigente
degli scemi di guerra, forse possiamo salvare anche loro. Se esiste davvero un popolo europeo, non
possiamo ancora concedergli la scena...la guerra e' finita, andiamo
in pace a concederci una vita dignitosa e felice, tutti.
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