Se si potesse in un
attimo rendere evidente a tutti gli italiani la verita' che:
- pagare anche il 10% del debito pubblico e' impossibile senza ridurre il paese in poverta';
- abbassare la spesa pubblica e' impossibile senza abbassare il PIL (dunque aumentando rapporto debito/PIL);
- il sistema sul quale si basa l'economia globale e' al collasso a meno di un collasso demografico che gli vada in soccorso (guerre, grandi epidemie, grandi catastrofi);
- l'ambiente e' pronto a ribellarsi contro di noi (vedi punto precedente);
- l'energia del futuro e' l'informazione che sostituisce il petrolio;
- un barile di petrolio risparmiato vale quanto uno comprato;
- tra risparmio energetico, conversione ad industrie a consumo energetico medio basso e sfruttamento di solare, eolico, geotermico, maree e' possibile rendere l'Italia energeticamente quasi autosufficiente...
ci accorgeremmo all'improvviso che legge elettorale, struttura delle istituzioni, giustizia, decadenza, conflitto d'interessi eccetera, sono solo pretesti per occuparsi ad infinitum di temi che scaldano gli egoismi ma risolvono ben poco lasciando fuori chi non fa comodo.
Ci
sono infinite architetture possibili perche' un palazzo si tenga in
piedi e non sara' l'architettura delle istituzioni a renderci meno
corruttibili, piu' produttivi, piu' credibili, piu' meritocratici o piu' felici.
Importano le persone, non solo nel governo o nelle posizioni di
dirigenza ma per la strada e nelle famiglie.
Non
basta cambiare le persone ma bisogna che le persone cambino.
Indipendentemente dalla generazione a cui appartengono e dai vecchi
interessi che a qualunque eta' rappresentano. Anche gli interessi
delle nuove generazioni esistono da sempre ed una volta appartenevano
ai nostri bisnonni.
Bisogna
che le persone cambino e vedano il fatto che non esiste nessuna
ricetta valida per il futuro che non provenga da un buon rapporto con
il presente. Che non c'e' nessuna ricetta valida che derivi dalla
necessita' di preservare il proprio futuro perche' il futuro on esiste se non nella nostra mente e preservare il
proprio futuro e' una forma di paura che e' in ultima analisi paura della morte.
Come
scrive Ivan Tresoldi, “il futuro non e' piu' quello di una volta”
ed oggi dobbiamo imparare a vivere senza riporre nel futuro la
speranza di una condizione migliore.
Perche'
la pace o la felicita' non sta da nessuna parte nel futuro, dobbiamo scovarla ora dentro di noi. Qualora ci riuscissimo, non perderemmo tempo
dietro alla politica o alle carriere e ci dedicheremmo ad amare la
nostra donna o il nostro uomo, i nostri figli, la nostra comunita',
il nostro lavoro e le meraviglie del nostro pianeta.
Se tutti facessimo questo non ci sarebbe sopruso, poverta', discoccupazione, solitudine, angoscia, disperazione. Se tutti facessimo questo, sarebbe tutto troppo noioso per coloro che vedono il cambiamento in battaglie e conquiste che inevitabilmente, con le migliori intenzioni, creeranno perdenti e diseredati pronti a nuove battaglie ed a nuove conquiste.
La nostra felicita' non sta da nessuna parte nel futuro ma e' come quella che si riceve guardando un bel tramonto: ti riempie il cuore ma l'evento non e' di per se "interessante" e per il futuro non assicura niente di cattivo ma neanche di buono. Eppure e' cosi': se si abbandona la paura del futuro, come davanti ad un tramonto, ce n'e' per tutti...
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