La crisi italiana ha tre qualità che la rendono ostica, infernale ed irrisolvibile all'interno degli schemi di ragionamento dominanti. Questa crisi e':
1. Intenzionale
2. Congiunturale
3. Sistemica
- Intenzionale perché voluta. Nel senso che ce la siamo proprio voluta. Il capitalismo si sa, è competizione per il profitto economico e se accettiamo sospendendo il giudizio, che questo sia un incentivo valido a migliorare il benessere della società, allora dobbiamo ammettere di esserci dedicati davvero poco e male ad esso. La competizione si è invece raccolta sull'accumulo di consensi ed allora la spesa pubblica sale per mantenere consensi, l'evasione si tollera e si condona per mantenere consensi, i privilegi di caste e corporazioni si proteggono per mantenere consensi. E nel frattempo abbiamo perso la competizione globale in massimizzazione del profitto economico. L'abbiamo persa e se non c'è un altro torneo, l'abbiamo persa per sempre.
- Congiunturale perché si è manifestata con l'incontro tra l'incombente problema energetico, l'apertura alla competizione globale di India, Cina e Sud America, la stanchezza degli americani a fare guerre e la capacità dei mercati di speculare. Ah, e non dimentichiamo l'apparato troppo velleitario della moneta unica. Le congiunture accadono sempre, come le coincidenze dei treni (quelle anche meno) che allora non si sa’ perche’ le chiamino proprio coincidenze.
- Sistemica perché qualcuno doveva perdere...la caratteristica di sistemicita' di questa crisi e' quella che la rende irrisolvibile, in Italia nel breve ed altrove nel medio/breve termine. Il modello competitivo prevede che ci siano raggruppamenti che vincono ed altri che perdono con l'illusoria possibilità di passare da una parte all'altra. Dunque esistoni individui, famiglie, comunita’, citta, nazioni o continenti che vincono ed altri che perdono...altrimenti che competizione sarebbe? Se il sistema fosse a somma zero, sarebbe pure concepibile un alternanza nel fare la parte del leone ma la verità, che nessuno racconta, e' molto peggio. La verità e' che il danaro e' debito e solo debito e dunque senza individui, famiglie, comunità, città, regioni e nazioni in debito non ci sarebbe danaro. Questo debito e gravato da interessi che sono al netto di tutti i pagamenti, una quantità di danaro che non esiste neppure teoricamente. E peggio ancora c'è un altra fonte di danaro immaginario generato dal meccanismo del “leverage” e cioè quella regola piuttosto arbitraria per cui chi ha 1 può prestare 10 ma chi contrae 10 deve pagare 10 (più interessi). Questo significa che non è neppure teoricamente possibile che una nazione esca dalla sua situazione debitoria se non a costo di un debito smisuratamente maggiore da qualche altra parte del pianeta...è chi se lo prende questo debito quando l'economia finanziaria del pianeta e' pari a 9 volte il PIL della Terra? Come va coi piani di esplorare galassie sconosciute?
La soluzione non è concepibile nell'ambito degli equilibri attuali eppure continuano a parlare di crescita...investimenti...chimere. Come disse Abraham Maslow: "se il tuo unico strumento e' un martello, tutto comincia a sembrarti un chiodo". È così mi chiedo se l'unica arma e' la crescita, cos'è l'umanità...pasta per pizza? Eppure si sa che ciò che può solo crescere, uccide il sistema che lo ospita. E si sa pure che la vita non e' che un gesto egoistico e vanitoso dell'universo...sic transit gloria mundi.
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